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Domenica 18 settembre
Ore 20.30 | Piccolo Teatro Grassi | ITALIA
IL COLORE DEL SOLE
di Gian Maria Cervo
liberamente tratto dal romanzo omonimo di Andrea Camilleri
una mise en espace
con Marco Celli, Alessio Di Clemente, Anna Ferraioli Ravel, Pietro Masotti
interventi video di Francesco Di Mauro
regia di Franco Eco
Una coproduzione di TSAM, Festival Quartieri dell’arte e Festival dell’Aurora Crotone
EU COLLECTIVE PLAYS! Co-founded by the Creative Europe Programme of the European Union
Prima assoluta
Il colore del sole racconta le vicende di Caravaggio in fuga da Malta e in cui lo stesso Camilleri (il lavoro è ambientato per metà nel Seicento e per metà ai giorni nostri) è uno dei personaggi. Una visita di Andrea Camilleri a Siracusa dopo cinquant’anni di assenza, un biglietto segretamente infilatogli in tasca con un numero di telefono, che dovrà chiamare solo da una cabina pubblica. L’Andrea Camilleri scrittore di romanzi gialli non resiste al potere attrattivo di un’indagine che si presenta oscura, inquietante e densa di misteri. Misteri che lo conducono a un casale sperso nelle campagne attorno a Bronte, dove gli verrà mostrato un documento incredibile e avvincente scritto di proprio pugno da un artista di quattro secoli prima, immenso e maledetto: Michelangelo Merisi, il Caravaggio. Le frasi disarticolate e le visioni di questa raccolta di carte costituiscono una sorta di anomalo noir, fitto di ombre e di allucinazione, sul periodo trascorso da Caravaggio a Malta e in Sicilia tra il 1607 e il 1608.
Ne Il colore del sole, la particolare luce dei quadri di Caravaggio, la sua scelta stilistica e pittorica, quella straordinaria presenza dell’ombra da cui solo alcuni particolari (fondamentali nell’economia del quadro) vengono risparmiati, sono raccontati attraverso il ricorso alle neuroscienze.
La fotofobia dell’artista è curata con gocce preparate da una vecchia bardassa e quel medicamento gli fa vedere “il sole nero”, facendolo vivere in una continua eclissi che fa intravedere le sagome, le ombre, ma lascia gran parte del paesaggio nell’oscurità.
L’adattamento di Gian Maria Cervo asseconda e addirittura accentua le caratteristiche barocche dell’opera di Camilleri, creando una macchina teatrale tutta basata sul cambio di mood, ritmo e tempo al secondo spaccato, con un finale acuto e divertente che costituisce allo stesso tempo la chiusura e la decostruzione di una struttura narrativa. La drammaturgia di Gian Maria Cervo è una scrittura polivocale, che lo stesso autore definisce “barocca” e “carnevalesca” e che si esprime con modalità estremamente diverse. In quest’opera, trasforma un romanzo giallo di Andrea Camilleri in un gioco metateatrale sul rapporto tra sopravvivenza e storytelling.
Gian Maria Cervo è uno dei drammaturghi italiani più attivi a livello internazionale. I suoi testi sono stati rappresentati in alcuni dei maggiori teatri e festival d’Europa e sono stati messi in scena da noti registi inglesi e americani. Nel 2013 è stato il primo autore italiano, dopo Goldoni, Pirandello e Dario Fo, ad essere messo in scena dalla Shanghai Theatre Academy, la più prestigiosa istituzione teatrale in Cina. Tra i suoi testi più recenti Call Me God, scritto con Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier e Rafael Spregelburd. Nel 1997 ha fondato il Festival di drammaturgia contemporanea Quartieri dell’arte, di cui è direttore artistico.