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Sabato 17 settembre
Ore 20.30 | Piccolo Teatro Grassi | MACEDONIA – NORVEGIA
WHO THE FUCK STARTED ALL THIS – HURTLING STILLNESS
(CHI CAZZO HA INIZIATO TUTTO QUESTO)
di Dejan Dukovski riscritto da Agate Øksendal Kaupang
traduzione a cura di Kristian Bjørnsen e Giulia Brunello
con Per Vidar Gornitzka Anfinnsen, Sarah Mcdonald Berge, Karin Margrethe Klouman, Tarjei Westby
regia Øystein Ulsberg Brager e Arturo Tovar
a cura di KHiO Kunsthøgskolen – Accademia Nazionale delle Arti di Oslo e Festival Quartieri dell’arte
In norvegese con sovratitoli in italiano
Chi cazzo ha iniziato tutto questo (Instabile Immobilità) esplora le conseguenze della guerra nei Balcani dal punto di vista del macedone Dejan Dukovski, tra i più acclamati drammaturghi teatrali europei, autore di testi che sono diventati apprezzati film (uno su tutti, La Polveriera, scritto a soli 24 anni e vincitore del premio della critica a Venezia del 1998) e testimone del conflitto in prima persona. La giovane scrittrice norvegese Agate Øksendal Kaupang l’ha riscritto affrontando e sviluppando temi già presenti nell’originale: la sindrome post-traumatica, la violenza sessuale, l’abuso di potere, il razzismo e la crisi dei rifugiati.
Paradigma del nuovo black humour balcanico, il testo affronta situazioni sospese fatte di silenzi e non detti che ruotano attorno ad amori che sono sempre sinonimo di violenza, che non trovano mai un vero senso, brutalizzati, sporcati, oltraggiati. I personaggi, rappresentati in sette round in un’atmosfera onirica e grottesca, sono canaglie che non tentano nemmeno più di ottenere una redenzione ma forse solo un’affermazione del loro modo di essere. Attraverso questi incontri – scontri tra un clown e una ballerina, il Dottor Fallus e un collezionista di bollette, per chiudere con una suora e un demone in gabbia, Dukovski definisce i contorni di questo piccolo mondo disamorato dove ogni storia è un ripetersi circolare di accadimenti e sentimenti, con uomini e donne che tentano disperatamente di sopravvivere alle degenerazioni del pensiero che ne scandiscono il quotidiano.
Dal testo
Un albero invecchiato. Una panchina nel parco. Una stazione di treni. Un ombrello dai colori forti. Una cioccolata calda. Una larga via. Una maglietta a righe. Una sigaretta al mattino. Una delizia per l’anima. Un po’ eccitato. Un piccolo tradimento. Il profumo da una cucina. Conti non pagati. Profumi costosi. Code. Bei posti. Un pizzico di felicità. Una risata sincera. Un circo. Una scimmia… No, no, un maiale che imita la morte. Un’esplosione. Pezzi di altre parti del corpo. Arti senza vita. Paesi. Europa. Un mucchio di stronzate. Una parte di me. Una parte di te. Sono veramente fuorviato. Vedi. Uno di questi giorni esplodo. Mi poso su tutto come polvere.
Dejan Dukovski scrive Bure Baruta (La polveriera) quando la Jugoslavia è un cumulo di macerie ancora fumanti. Bure Baruta debutta nel 1993 al Teatro Nazionale di Skopje ed è il primo spettacolo macedone a salire il grande palco del Teatar Drama e del Festival Bitef di Belgrado; è stato rappresentato con successo negli Stati Uniti, in Giappone e in Europa. Dal testo è tratto il film omonimo, vincitore nel 1998 a Venezia del premio della critica e considerato un paradigma del nuovo black humour balcanico. Tra le sue opere Siljan Stork Chance (1991), The Last Balkan Vampire (1991), Balkan is not Dead or magic Edelweiss (1992), Screw the one who started it (1997). Insegna sceneggiatura per il cinema e la televisione presso l’Università dei Santi Cirillo e Metodio – Facoltà di Arte Drammatica di Skopje.
Agate Øksendal Kaupang (1993) è una giovane autrice norvegese. Ha frequentato l’Accademia di Scrittura di Bø. Nel 2014 ha pubblicato il suo primo romanzo Å holde pusten (Mantenere il proprio respiro), vincitore del Sørlandets litteraturpris.